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A una settimana dalla conclusione del raduno della nazionale Under 20 di sci di fondo, che si è svolto a Forni Avoltri, abbiamo contattato Francesco Semenzato, responsabile della squadra femminile. L’allenatore azzurro ha fatto il punto della situazione sulla preparazione, ha parlato di ogni ragazza del suo gruppo e spiegato anche quanto sia importante che i giovani fondisti abbiano altre passioni, non pensando esclusivamente allo sport.
Buongiorno Semenzato. Facciamo il punto della situazione sulla preparazione.
«Abbiamo concluso una settimana fa il raduno a Forni Avoltri. Inizialmente avevamo in programma di iniziare a sciare, portando la squadra in Val Senales, ma le condizioni non erano ideali con il tipo di lavoro che volevamo svolgere, così abbiamo deciso di cambiare programma. Abbiamo lavorato su intensità importanti ed è stata una bellissima settimana, anche perché la pista di Forni Avoltri è molto tecnica e bella, consentendoci così di fare un ottimo lavoro. Gli atleti del gruppo Under 20 nel suo insieme, ragazzi e ragazze, sono soddisfatti del lavoro fin qui svolto, così anche noi tecnici. Per quanto riguarda nel particolare la mia squadra, le cose stanno andando bene».
Che tipo di lavoro avete svolto?
«Abbiamo lavorato molto su alte intensità, svolgendo inizialmente delle prove molto corte e abbiamo anche simulato una team sprint con coppie miste, composte da un ragazzo e una ragazza, che è stata molto bella e combattuta. Abbiamo cercato di formare delle coppie equilibrate, nelle quali chi era sprinter si è trovato in squadra con un atleta più bravo nelle distance. È stato un bellissimo allenamento. Abbiamo svolto tanti lavori anaerobici con recuperi corti. Quindi diverse sedute sulla forza e concluso con prove miste a intensità medio veloce. Inoltre abbiamo anche fatto alcune camminate, di cui una particolarmente bella sulle Tre Cime di Lavaredo, il Lago di Sorapis e tanto altro. Il gruppo ha apprezzato, noi avevamo l’obiettivo anche di fargli conoscere bene il territorio, perché molti ragazzi non sono della zona e vengono qui solo ad allenarsi. Ci tenevamo che conoscessero questi luoghi e le loro storie. Poi dovevano vedere le Tre Cime di Lavaredo, quel giorno c’era anche una spolverata di neve, magnifiche».
Avete anche portato le due squadre al cinema per vedere dei documentari sul Vajont; come mai?
«Fa parte del progetto di interessarli anche ad altro oltre lo sci di fondo. Vogliamo stimolarli in tutti i sensi perché credo un atleta debba interessarsi a molte cose. Ovviamente deve concentrarsi molto sull’attività che svolge, ma non deve vivere esclusivamente per quella, ma conoscere anche di altro, seguire cronaca, politica, altri sport, interessarsi alla storia del nostro paese. Vogliamo stimolare la loro curiosità».
La sua squadra è composta da cinque atlete, delle quali due sono nuove rispetto alla passata stagione; come descrive questo gruppo?
«Tenace, credo sia questa la parola che più si addice al gruppo che sto allenando. Ci sono tre ragazze confermate dalla passata stagione, che già conoscono me, l’ambiente, il gruppo e le dinamiche del lavoro, risultando così trascinanti per le due nuove, Valentina Maj e Anna Rossi, che sono state bravissime nell’inserirsi perfettamente nello spirito del gruppo. Descrivo queste ragazze come tenaci, perché lavorano sodo, si aiutano, hanno creato un ottimo clima, ma soprattutto hanno idee chiare di cosa vogliono ottenere. Ovviamente durante il percorso ci sono stati alcuni intoppi fisici, una cosa del tutto normale, ma stiamo gestendo tutto ottimamente e loro sono molto motivate. Sono veramente soddisfatto del lavoro di quest’anno, ma soprattutto del gruppo che si è creato, sono molto unite, anche con la squadra maschile. Inoltre, sono appassionate di tante cose, per esempio a Forni Avoltri si sono impossessate della cucina del Centro Biathlon per preparare delle ottime torte a tutta la squadra. Ma la cosa più importante è ciò che fanno in allenamento, sono sempre molto concentrate e attente. I presupposti sono buoni».
Allora parliamo singolarmente delle cinque ragazze partendo da Martina Di Centa, che in estate ha veramente impressionato.
«Si, Martina si è espressa davvero molto bene nel corso dell’estate. Lei sta lavorando duramente, si impegna sempre moltissimo, si informa, cerca di capire i suoi punti di forza e quelli deboli, per poi lavorarci sopra. È sempre concentrata ed è molto professionale, tanto da trascinare le compagne. È carnica e si vede, perché chi viene da questa terra è tenace di natura. Alla Sportful pure si è gestita bene, anzi forse nemmeno ha speso tutte le energie che aveva, perché al traguardo dava l’idea di averne ancora. Pure a Sovere ha fatto molto bene, nonostante la caduta. Sta facendo un suo percorso ed è sempre molto attiva, ha spirito di iniziativa. Dovevate vederla in Norvegia, mentre comunicava in inglese con tutti e faceva interviste».
Molto attesa anche Nicole Monsorno, che lo scorso anno ha pure ottenuto il suo primo successo in Opa Cup.
«Nicole ha risolto alcune problematiche fisiche alla spalla, che ha saputo gestire bene. Sta lavorando moltissimo, ovviamente nei lavori corti si esprime al meglio essendo una sprinter, ma sta tenendo molto duro anche in quelli di resistenza, in quanto vuole essere una fondista completa e ha capito che quella è la sua area di miglioramento. Poi quando ci si allena sulla sprint se la gode proprio. Non a caso ha vinto la team sprint in coppia con Matteo Ferrari. Ho notato, poi, che ha fatto il salto di qualità anche nella gestione tattica della gara, ha iniziato a ragionare prima del via per poi mettere in atto le sue strategie. Sa gestirsi bene nel corso delle batterie e questo sono convinto che le darà una grossa mano in inverno».
Passiamo ad Emilie Jeantet, proveniente dallo Sci Club Gran Paradiso, che nella passata stagione ha saltato il Mondiale per poi chiudere in crescendo.
«Lo scorso anno Emilie aveva faticato durante l’estate a causa di alcune difficoltà poi risolte in autunno. Solo in quel momento era riuscita ad allenarsi al meglio, tanto che aveva trovato la miglior condizione solo nel finale di stagione. Questa estate le cose sono andate diversamente, ha lavorato veramente tanto e nelle ultime gare ne ha un po’ risentito, dopo aver fatto bene in Norvegia e a Forni Avoltri. Lei soffre di più sugli skiroll, dove sembra meno a suo agio, mentre quando mette gli sci ai piedi cambia completamente, si muove in maniera naturale. Eppure anche in estate riesce a stare con le altre, non molla mai, tanto che l’ho vista veramente brillante nell’ultimo raduno sia nelle prove corte sia nei lavori di forza, dove mi sembra più convinta. In inverno si toglierà soddisfazioni».  
Concludiamo con le due nuove arrivate nel gruppo, Valentina Maj e Anna Rossi.
«Valentina Maj è una classe 2000, ha la stessa età delle altre tre e un bagaglio di lavoro che le permette di confrontarsi tranquillamente con loro. Anna Rossi, invece, essendo la più giovane del gruppo, sta pagando un po’ lo scotto del passaggio di categoria e ha fatto più fatica. Entrambe, però, sono estremamente motivate. Valentina fa un lavoro silenzioso ma accurato, è attenta e non le sfugge nulla. Ho notato che sta facendo dei notevoli miglioramenti tecnici. Solitamente chi è nuovo nella nazionale ha bisogno di tempo per assimilare le novità, ma lei dà sempre dei feedback importanti, ha una buona consapevolezza di quello che fa e soprattutto di dove vuole arrivare. Anna ha carattere, non si spaventa nei momenti in cui fa più fatica ma tiene sempre duro e resta con le altre. Fin qui ha dimostrato sempre grande grinta e tanta voglia di fare. Sono fiducioso. Inoltre è molto giovale, estroversa, sempre allegra e dalla battuta pronta. È una figura gioiosa e piacevole all’interno del gruppo, che ha dato una nota di allegria a tutta la squadra».
Gli atleti cresciuti nello Sci Club Gran Paradiso si distinguono nella prima gara di Coppa Italia di Fondo

Tappa d’esordio per la Coppa Italia di Fondo, oggi, a Santa Caterina Valfurva (Sondrio), con in programma la Sprint in tecnica libera, specialità che premia le atlete valdostane: Nadine Laurent è seconda tra le Aspiranti; stessa posizione per Federica Cassol e Elisa Brocard, rispettivamente tra le Junior e le Senior, e terzo posto di Emilie Jeantet tra le Junior.
Sul tracciato di 1,4 km, a imporsi nella gara al femminile è Ilaria Debertolis, che precede Elisa Brocard (Cse), e Sara Pellegrini. Dal 10° al 12 posto tutto di marca Esercito grazie a Cristina Pittin, Alice Canclini e Martina Bellini; 17° Noemi Glarey (Cse); 18° e 19°, seconda e terzaJunior, Federica Cassol e Emilie Jeantet (Cse), categoria vinta da Nicole Monsorno (9°). In 27° posizione Ilenia Defrancesco (Cse); 28° Karen Chanloung (Thailandia); 29°, seconda Aspiranti, Nadine Laurent (Sc Gressoney MR), categoria vinta da Martina Ielitro (24° assoluta); 43° Martina Trabucchi (Sc Brusson); 46° Amalia Laurent (Sc Gressoney MR); 54° Laura Sciarpa (Sc Sarre); 59° Aline Ollier (Sc Valdigne MB); 67° Coralie Grappein (Sc Gran Paradiso); 83° Alessia Martini (Sc Bionaz Oyace).
In campo maschile, doppietta francese con Arnaud Chautemps e Clement Arnault, con terzo gradino del podio al finanziere Davide Graz. Al 15° posto Giacomo Gabrielli (Cse); 21° Mark Chanloung (Thailandia); 23° Mikael Abram (Cse); 26e 27° Enrico Nizzi e Daniele Serra (Cse); 32° Alessandro Longo (Cse); 39° Martin Coradazzi (Cse); 46° Paolo Ventura (Cse); 58° Michele Gasperi (Cse); 61° Denis Muscarà (Sc Brusson); 62° Simone Zanon (Sc Amis de Verrayes); 70° Andrea Restano (Sc Drink); 46° Luca Sclisizzo (Cse); 86° Stefan Navillod (Sc Torgnon 2.0); 87° Maurizio Macori (Sc St-Barthélemy), 85° Andrea Gradizzi (Gs Godioz); 99° Federico Bonino (Gs Godioz); 102° Nicolò Bétemps (Sc Bionaz Oyace); 103° Andrea Gorret (Sc Amis de Verrayes); 108° André Philippot (Gs Godioz).
Complimenti a tutti gli atleti dello Sci Club Gran Paradiso
Emilie Jeantet 3°Sprint TL e 4° Individuale a TL
Noemi Glarey 17° Sprint a TL e 20°individuale a TL
Grappein Coralie 67° Sprint TL e 63° Individuale a TL
Emilie Jeantet Noemi Glarey Coralie Grappein

9 DICEMBRE 2019

La classifica stilata dal portale Holidu sulla base delle valutazioni di Google
Il Parco Nazionale Gran Paradiso al terzo posto della classifica dei Parchi Nazionali più belli d’Italia, stilata da Holidu, portale leader del confronto prezzi per case vacanza in tutto il mondo, sulla base delle valutazioni su Google.
Nella classifica stilata il Gran Paradiso è preceduto da Parco dello Stelvio e Parco della Maddalena, con cui condivide lo stesso punteggio (una valutazione media di 4,8 su 5), ma con meno recensioni.
Proprio lo scorso mese il sito internet del Parco ha raggiunto la notevole cifra di un milione di visitatori nel corso del 2019, con un incremento del 280% rispetto al 2018. Sono aumentate anche le visualizzazioni delle pagine visitate, che hanno oltrepassato quota 1.600.000.
Il Parco si conferma ai primi posti per la comunicazione sul web, anche attraverso i social, primo parco nazionale italiano su Facebook con 138.483 fan, e su twitter con 8.561 follower, secondo su Instagram con 17,9mila.
Il Presidente del Parco Italo Cerise commenta con soddisfazione “Si tratta di un ottimo risultato, soprattutto perché derivante dalle recensioni di chi realmente visita il Parco e lo apprezza in prima persona. L’Ente Parco continua a investire sull’utilizzo di internet e dei social media, strumenti ormai indispensabili nella scelta e ricerca delle destinazioni di viaggio, promuovendo così il territorio e le sue attività”.

Sabato 7 dicembre Cogne inaugura la stagione invernale con la consueta Festa della Neve, in collaborazione con i maestri della Scuola di Sci Gran Paradiso. Allo Snowpark, sui Prati di Sant’Orso, dalle ore 15.00 sarà possibile incontrare l’acclamato campione di speed ski Simone Origone, originario di Ayas, che tra le numerose vittorie vanta undici coppe del Mondo e sei Ori mondiali, proseguendo poi la giornata nella Sala Municipale per assistere alla proiezione del filmato “Speed Limit 260”. Tutti in piazza poi per un aperitivo sotto le stelle, e – come da tradizione – per l’immancabile accensione dell’albero di Natale.

Nella Valle di Cogne l’atmosfera del Natale è particolarmente suggestiva, così come le tradizioni tipiche di un territorio che ha saputo mantenere negli anni la sua genuinità. Piccoli borghi dai tetti e vicoli innevati e illuminati dalle luci di festa avvicinano ancora di più alla magia del Natale e delle feste di fine anno.
Un appuntamento fisso da non perdere per salutare l’anno appena trascorso è la fiaccolata tradizionale del 31 dicembre fra le vie di Lillaz, nel tardo pomeriggio, con un tour del borgo e golose degustazioni. E alla sera si festeggia il Capodanno nella piazza in centro a Cogne con musica e divertimento per tutti.

E poi finalmente #MGP2020! Il mese di gennaio si chiude con un weekend di tutto sport per la 37ª edizione della MarciaGranParadiso. Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2020 infatti arriveranno a Cogne grandi campioni, ma anche i piccoli sciatori protagonisti della MiniMarciagranparadiso prevista nel pomeriggio di sabato 1 febbraio.

Approfitta dunque del grande vantaggio promozionale, fino a Natale l'iscrizione costa meno!
» http://www.marciagranparadiso.it/pagina.php?id=7

Grande prestazione della valdostana nella sprint in skating di St. Ulrich; quarta posizione per Nicole Monsorno, cinque italiane tra le prime dodici.

Primo podio internazionale in carriera per Emilie Jeantet, che a St. Ulrich ha conquistato il secondo posto nella sprint alle spalle di una stratosferica Siri Wigger, classe 2003 svizzera, che si propone legittimamente tra le favorite per le medaglie che saranno assegnate alle Olimpiadi Giovanili Invernali di Losanna. La valdostana del Centro Sportivo Esercito ha confermato quanto di buono aveva già mostrato in questi mesi, dove è riuscita a fare un bel salto di qualità, riuscendo a chiudere in un’ottima seconda posizione alle spalle della svizzera, autentica dominatrice. Quarta piazza per Nicole Monsorno, beffata di un soffio dalla svizzera Lindegger.

Impressionante la prestazione di Wigger già in qualificazione, dove aveva fatto registrare il miglior tempo, ma pure nella prima batteria di semifinale, da lei vinta con un buon margine su Nicole Monsorno, brava però a non correre rischi e tenere a distanza Anja Weber e Barbora Antosova, qualificate in finale come lucky loser. Molto bene Emilie Jeantet, giunta a un’incollatura dalla svizzera Lindegger. Eliminata Valentina Maj, terza, mentre Di Centa e Rossi sono giunte quinta e sesta. Positiva in ogni caso la prestazione complessiva dell’Italia con ben cinque atlete piazzate tra le prime dodici.

Si è fermata invece ai quarti di finale Federica Cassol, rimasta fuori dal passaggio alla semifinale per appena cinque centesimi. Che peccato.

CLASSIFICA FINALE TOP 10
1ª S. Wigger (SUI)
2ª E. Jeantet (ITA)
3ª F. Lindegger (SUI)
4ª N. Monsorno (ITA)
5ª B. Antosova (CZE)
6ª A. Weber (SUI)
7ª V. Maj (ITA)
8ª A. Suiffet (FRA)
9ª S. Jazbec (SLO)
10ª M. Di Centa (ITA)

Le altre italiane
11ª A. Rossi
18ª F. Cassol




Ancora un successo svizzero in OPA Cup Junior femminile; bene la valdostana, nuovamente miglior italiana. Nelle dieci anche Valentina Maj

Come nella sprint di ieri, anche nella 5km in tecnica classica di oggi nella categoria junior femminile la vittoria è andata a un’atleta svizzera. Se ieri a imporsi era stata Siri Wigger, oggi è stato il turno di Anja Weber, che ha conquistato il successo grazie a una seconda parte di gara di altissimo livello, confermandosi un’atleta di talento. Alle sue spalle, staccata di 8”, la tedesca Lisa Lohmann, mentre terza è giunta la grande protagonista della passata stagione, la ceca Barbora Havlickova, giunta a 15” dalla vincitrice.
Ancora una volta la migliore della azzurre è stata Emilie Jeantet, in crescita costante, giunta quinta a 22” dalla vincitrice e 7” dal podio. Nella top ten anche Valentina Maj, che ha concluso la gara con l’ottavo tempo a 37” dalla vincitrice. Dodicesima posizione per Nicole Monsorno, ad appena due secondi dalla top ten. Più indietro Martina Di Centa, sedicesima, che punta sulla gara in skating di domani.
CLASSIFICA FINALE
1ª A. Weber (SUI) 16’01.3
2ª L. Lohmann (GER) +8.2
3ª B. Havlickova (CZE) +15.0
4ª C. Kammler (GER) +18.4
5ª E. Jeantet (ITA) +22.3
6ª J. Loeschke (GER) +25.7
7ª S. Wigger (SUI) +26.8
8ª V. Maj (ITA) +37.1
9ª L. Reynaud (SUI) +38.6
10ª N. Kealin (SUI) +40.8
Le altre italiane
12ª N. Monsorno +43.6
16ª M. Di Centa +55.8
23ª F. Cassol +1’12.4
36ª A. Rossi +1’50.0
42ª G. Rigoni +2’16.0




Condizioni al limite nella località austriaca, dove il valdostano è giunto secondo alle spalle di Jules Chappaz nella 10km in skating

Non fosse per quel piccolo tracciato con un sottile strato di neve appena accennato, che va via via rovinandosi a causa della pioggia, guardando il paesaggio ci si aspetterebbe più di vedere in azione un fenomeno dello sci d’erba come Edoardo Frau, piuttosto che i fondisti dell’OPA Cup. A St. Ulrich si è gareggiato in condizioni davvero al limite, a causa dell’assenza di neve e un weekend autunnale anziché invernale.
Gli organizzatori hanno fatto di tutto per portare avanti le gare, stravolgendo completamente il programma iniziale. La gara in skating era inizialmente prevista per venerdì, una 15km con partenza di massa. Ovviamente su una pista così stretta, impossibile immaginare una mass start, allora ecco la 10km in skating odierna.
Tra mille difficoltà, però, la gara è stata emozionante e ha quasi regalato la gioia del successo a Mikael Abram, che nella località austriaca si è rilanciato con una bellissima prestazione. Il valdostano è partito forte, ha fatto registrare i migliori parziali per quasi tutta la gara, ha dato tutto fino all’ultimo metro per strappare la sua prima vittoria in carriera, ma proprio nel finale ha fatto i conti con il super talento francese Jules Chappaz, classe ’99 che non sembra aver risentito del passaggio tra i senior, cosa che spesso accade ai giovani. Dopo il successo nella sprint in skating di giovedì, infatti, il vincitore dell’ultima OPA Cup Junior si è ripetuto anche oggi imponendosi per appena 1”6 su uno splendido Abram. Il valdostano, però, sfiorato il colpaccio può solo esultare per il suo primo podio internazionale da senior. Dall’autunnale St. Ulrich, l’Italia spera di aver ritrovato un talento che da Junior ha ottenuto risultati di grande spessore.
In terza posizione, ma staccato di 19”, un altro transalpino, Jean Tiberghien che con un ottimo finale di gara ha beffato gli azzurri Stefano Gardener, Daniele Serra, miglior risultato senior in carriera per lui, Mirco Bertolina, Paolo Fanton e Paolo Ventura, quest’ultimo giunto ad appena 5” dal podio, a conferma dell'equilibrio di questa gara.
CLASSIFICA FINALE
1° J. Chappaz (FRA) 23’26.2
2° M. Abram (ITA) +1.6
3° J. Tiberghien (FRA) +18.9
4° S. Gardener (ITA) +21.4
5° D. Serra (ITA) +22.2
6° M. Bertolina (ITA) +22.4
7° P. Fanton (ITA) +22.8
8° P. Ventura (ITA) +23.7
9° J. Faessler (GER) +24.9
10° G. Agnellet (FRA) +25.5
Gli altri italiani
12° G. Panisi +28.3
14° L. Del Fabbro +28.9
20° L. Romano +33.7
21° S. Daprà +35.3
22° D. Nöckler +39.9
35° M. Coradazzi +1’09.0
38° T. Dellagiacoma +1’13.3
41° S. Dellagiacoma +1’16.7
46° M. Armellini +1’29.7
47° E. Nizzi +1’30.8
48° L. De Biasi +1’38.3
50° P. Magli +1’42.1
53° S. Mocellini +1’44.5
59° D. Facchini +1’53.9





Il valdostano di Cogne, fuori squadra nazionale, sarà al via del Tour de Ski dopo essersi guadagnato la convocazione con il secondo posto in Opa Cup a Saint Ulrich.

"Sono felice. Finalmente ho riallacciato quel filo sottile con un mondo che vorrei mi appartenesse di più: quello della Coppa del Mondo". Mikael Abram è l'uomo delle occasioni prese al volo. Lo scorso anno conquistò all'ultimo la chiamata per Coppa del Mondo di casa, a Cogne; quest'anno ha centrato il risultato grosso in Opa Cup - il secondo posto nella gara Distance di St.Ulrich - che gli è valso la chiamata per il Tour de Ski. Che resta l'appuntamento più affascinate del circus dello sci di fondo e quello con più richiamo mediatico della stagione, considerando l'annata senza Campionati del Mondo e Giochi olimpici. Ventitré anni di Cogne, sugli sci insieme a papà Oreste da quando ne aveva tre, Mikael è l'uomo nuovo dell'Italfondo per la corsa a tappe dello sci nordico.
Abram, che colpo!

"Diciamo che mi sono fatto trovare pronto al momento giusto. Non sono più inserito in squadra nazionale e ho lavorato benissimo con il Centro Sportivo Esercito che ringrazio per la grande professionalità e con Gal Sport che mi ha aiutato molto con i materiali. Di conseguenza, per me, ogni occasione è buona per dimostrare di andar forte. Che fosse Coppa Italia o Opa Cup cambiava poco. In Austria ho vissuto una giornata perfetta: sci velocissimi, io che stavo bene e trenino giusto. E il risultato è arrivato. Non potevo essere diventato, di colpo, un brocco".

Era uno dei talenti assoluti del fondo azzurro, qualche stagione fa. Da ragazzino, nel 2011, aveva gareggiato anche ad Oslo, in un meeting di gare internazionali ad invito: poi che è successo?

"Nel 2017 ho contratto la mononucleosi e nel 2018 ho subito un'operazione in piena stagione. Quest'anno sto tornando ai miei livelli. Rispetto al passato mi sento più costante, con meno cali di condizione che era il mio vero problema".

Pattinatore che quando sta bene si difende in classico?

"Si, e non c'è un motivo. Il classico mi piace molto ma vado più forte in skating. Nelle Sprint mi difendo ma il problema è che non ho una sparata che regga tutto il giro di qualifica".

Al Tour arriva per ultimo e senza nulla da perdere: che farà?

"Darò tutto in ogni tappa con la speranza di tenere sino alla fine. Il Cermis è un miraggio ma mi piacerebbe vederlo e sciarci in gara. È tutto un grosso punto di domanda: non ho mai gareggiato in una corsa a tappe ma è anche vero che, di solito, nei week end di gara vado meglio nell'ultima che non nella prima. Obiettivi di classifica non me ne pongo: sarà già bello arrivare nei primi trenta in qualche tappa. La prima, la 15 Skating con partenza di massa, è quella nella quale ho maggiori possibilità anche se ci saranno tutti e tutti saranno al massimo delle loro possibilità".

Ritroverà il suo allenatore in Asiva, Marco Brocard.

"Ed è una gran bella situazione. Finalmente sono tornato da lui. È un professionista che stimo molto e in questi anni ci stuzzicavamo a vicenda: "Quando arrivi?" - mi chiedeva lui -. "Arrivo, arrivo" - rispondevo. Eccomi qui".

Chi spera di incontrare al Tour?

"Emil Iversen. È il mio riferimento. E, allora, se proprio devo sognare spero di incontrarlo in gara e di batterlo (ride, ndr)".

E poi? A cosa punta in questa stagione?

"A restare il più a lungo possibile in Coppa. Ma per poterlo pensare non devo avere del cali di rendimento come quelli degli anni scorsi. Certo la squadra sarebbe importante e la A sarebbe il massimo per fare ancora un salto di qualità ma, per essere concreti, voglio provare a dimostrare di valere la Coppa anche così".

Di forza e di cattiveria. Così Sergej Ustiugov ha deciso di salutare tutti poco dopo aver imboccato l'ultimo giro della mass start in tecnica libera di Lenzerheide per andare così a conquistare la prima tappa del 14imo Tour de Ski.
Un'azione che ha portato un brusco cambio di passo, dopo una dozzina di chilometri trascorsi all'insegna dei tatticismi e del traffico, in una 14 chilometri senza abbuoni cronometrici intermedi (nell'unico traguardo volante, spunto vincente di Klæbo ma senza secondi in palio). Un'azione che ha letteralmente sgretolando il gruppone, portando anche distacchi importanti.
Nel giro di un paio di centinaia di metri il vincitore del Tour de Ski 2017 ha preso il largo, togliendosi di scia il norvegese Holund ed il padrone di casa Dario Cologna per involarsi verso il successo. Così a prendere in mano le redini dell'inseguimento ci ha pensato l'altro russo Alexander Bolshunov, tallonato da un generoso Dario Cologna, costretto però ad alzare bandiera bianca nel tratto finale in discesa, quando il branco di norvegesi in caccia l'ha letteralmente sverniciato grazie a materiali più performanti.

Ustigov ha tagliato il traguardo dopo 33'19"1 ed un margine di 4" sugli inseguitori: nello sprint per la piazza d'onore, ecco la zampata di Johannes Klæbo, pronto a beffare Bolshunov per un nulla. Quarta e quinta piazza ancora di marca norvegese con Emil Iversen e Martin Nyenget, seguiti dallo stesso Cologna, con Holund, Jenssen, Roethe e Krueger a completare la forte presenza vichinga nella top 10 di giornata.

Assente dalla zona punti l'Italia. Federico Pellegrino ha veleggiato in testa al gruppo fintantochè il ritmo è stato tranquillo. Quando poi le cadenze sono aumentate, il valdostano ha pensato bene di alzare il piede dall'acceleratore, per preservare energie in vista della sprint di domani. Il migliore del gruppo di Marco Selle è risultato quindi Stefan Zelger, 36° a 41"3, seguito a breve distanza Mikael Abram (39° a 44"). Un Francesco De Fabiani ancora in cerca della migliore versione di se stesso ha chiuso 47° a 53"5 con in scia Giandomenico Salvadori (48°) e Federico Pellegrino appena dietro (51° a 1'04); decisamente più lontani quindi Maicol Rastelli e Michael Hellweger.

Domani, sempre a Lenzerheide è in programma la sprint in tecnica libera: il podio odierno sarà presumibilmente ancora protagonista, ma con Pellegrino che vorrà dire la sua nella specialità più amata. Intanto i principali pretendenti al Tour de Ski hanno tolto le maschere, ammesso che ne avessero bisogno. Ustiugov, Klæbo, Bolshunov ma anche Cologna saranno presumibilmente i primattori della prossima decade, quella che condurrà alla Final Climb sull'Alpe Cermis, in Val di Fiemme, domenica 5 gennaio e la prima sfida ha parlato in favore del più esperto del team russo, pronto - in cuor suo - a recitare lo stesso copione che tre stagioni fa lo vide assoluto protagonista per l'intero percorso.



 
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